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Apertura della successione e delazione non bastano per attribuire i debiti tributari del defunto ai suoi familiari

Compito del Fisco provare l’assunzione della qualità di erede da parte del contribuente destinatario dell’avviso di accertamento

Apertura della successione e delazione non bastano per attribuire i debiti tributari del defunto ai suoi familiari

La delazione che segue l’apertura della successione non è di per sé sufficiente all’acquisto della qualità di erede, anche in merito ai debiti tributari del defunto. Proprio per questo, nella vicenda in esame, l’Agenzia delle Entrate ha visto cancellato in modo definitivo un avviso di accertamento notificato ad alcuni contribuenti in quanto eredi di un uomo. I giudici hanno ritenuto non provata la qualità di eredi attribuita dal Fisco ai contribuenti. Più precisamente, la delazione che segue l’apertura della successione non è da sola sufficiente all’acquisto della qualità di erede, perché è necessaria anche, da parte del chiamato all’eredità, l’accettazione. Di conseguenza, spetta al Fisco, che agisce in giudizio nei confronti del preteso erede per debiti del defunto, l’onere di provare l’assunzione della qualità di erede da parte del contribuente, che consegue solo all’accettazione dell’eredità, espressa o tacita. (Ordinanza 13550 del 29 aprile 2022 della Corte di Cassazione)

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