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Posizione dominante di una società: è abusiva se comporta effetti anticoncorrenziali

Fondamentale fare riferimento al benessere dei consumatori, che deve essere considerato l’obiettivo ultimo che giustifica l’intervento del diritto della concorrenza

Posizione dominante di una società: è abusiva se comporta effetti anticoncorrenziali

Per qualificare come abusiva una posizione dominante assunta da una società bisogna tenere conto degli effetti anticoncorrenziali del comportamento di essa nel contesto della liberalizzazione del mercato. I giudici sono stati chiamati a prendere in considerazione il contesto della progressiva liberalizzazione del mercato della vendita di energia elettrica in Italia. In sostanza, sebbene, dal 1° luglio 2007, tutti gli utenti della rete elettrica italiana, comprese le famiglie e le piccole e medie imprese, possano scegliere il loro fornitore, in un primo momento è stata effettuata una distinzione tra clienti ammessi a scegliere un fornitore su un mercato libero e clienti del mercato tutelato, composti dai clienti domestici e dalle piccole imprese, i quali continuavano a essere soggetti a un regime regolato, ossia il servizio di maggior tutela, che comportava, in particolare, speciali tutele in materia di prezzi. Solo in un secondo momento questi ultimi sono stati ammessi al mercato libero. Ai fini di tale liberalizzazione del mercato, l’ENEL, impresa monopolista della produzione di energia elettrica in Italia e operante anche nella distribuzione, è stata sottoposta a una procedura di separazione delle attività di distribuzione e di vendita, nonché dei marchi. Al termine di tale procedura, le varie fasi del processo di distribuzione sono state attribuite a società figlie distinte. Ma due società figlie hanno attuato una strategia volta a favorire il trasferimento della clientela dalla società che gestisce il servizio di maggior tutela, a quella incaricata della fornitura di elettricità nel mercato libero. I giudici precisano gli elementi idonei a caratterizzare lo sfruttamento abusivo di una posizione dominante. A tal fine, in particolare, il benessere dei consumatori, sia intermedi sia finali, deve essere considerato l’obiettivo ultimo che giustifica l’intervento del diritto della concorrenza per reprimere lo sfruttamento abusivo di una posizione dominante sul mercato interno. (Sentenza del 12 maggio 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)

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