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Refurtiva nascosta in borse idonee a non far scattare l’allarme all’uscita dal negozio: condanna più grave per il ladro

Logico, secondo i giudici, parlare di furto aggravato dal ricorso un mezzo fraudolento

Refurtiva nascosta in borse idonee a non far scattare l’allarme all’uscita dal negozio: condanna più grave per il ladro

Impossibile ridimensionare l’episodio che ha visto protagonisti un ragazzo e una ragazza, colti sul fatto da un commesso e registrati nella loro azione criminosa dal sistema di videosorveglianza del negozio. Decisiva la constatazione che i contenitori impiegati hanno consentito ai due ladri di superare i tornelli delle casse senza far scattare l’allarme. Per i giudici è legittimo parlare di furto aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento se il ladro occulta la merce in borse idonee a non far scattare l’allarme all’uscita dall’esercizio commerciale. Il riferimento è, nello specifico, a un episodio che ha visto portare via svariati profumi, occultati sia all’interno di una custodia per PC che all’interno di una borsetta, e poi guadagnare l’uscita senza far scattare l’allarme. Ma, precisano i giudici, non vi è stato il semplice occultamento della refurtiva nelle borse, bensì l’impiego di un vero e proprio stratagemma che ha impedito l’attivazione dell’allarme. E perciò è lecito parlare di furto aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento. (Sentenza 19288 del 17 maggio 2022 della Corte di Cassazione)

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