Studente autistico messo in crisi dalla pandemia: la bocciatura è un modo per dargli la possibilità di recuperare
Smentita la decisione della scuola, che aveva ammesso lo studente all’esame di Stato. Rilevante la posizione assunta dai docenti di sostegno

Se lo studente autistico è stato messo in crisi dalla pandemia, allora la promozione sarebbe per lui un danno e per tutelarlo la bocciatura è l’unica soluzione. Questo, in sintesi, il pensiero dei giudici, i quali hanno smentito la scuola, che aveva ammesso il ragazzo agli esami di Stato del giugno 2021, e hanno condiviso, invece, quanto sostenuto dai docenti di sostegno. In sostanza, ripetere l’anno, cioè l’ultimo della scuola superiore, potrà consentire allo studente di recuperare il deficit accumulato a causa della pandemia e della didattica a distanza. I magistrati hanno posto in evidenza la significativa regressione subita dallo studente, frutto di una incompleta attuazione del Piano educativo individualizzato e connessa anche alle restrizioni imposte in ambito scolastico dalla diffusione del COVID-19. Non trascurabile, poi, il parere espresso dai docenti di sostegno, i quali hanno evidenziato più volte, anche nell’ambito della riunione per lo scrutinio finale di ammissione all’esame di Stato, la necessità per lo studente di ripetere l’anno e di recuperare così il deficit accumulato a causa della pandemia. Impossibile, invece, secondo i giudici, consentire l’ammissione all’esame di Stato richiamando solo l’assidua frequenza scolastica dello studente e le valutazioni positive da lui ottenute nel primo e nel secondo quadrimestre. (Sentenza 6624 del 23 maggio 2022 del Tribunale amministrativo regionale del Lazio)