Esenzione dall’Imu e residenza: dubbi sui limiti imposti ai nuclei familiari
In dubbio la legittimità costituzionale del riferimento alla residenza anagrafica e alla dimora abituale non solo del possessore dell’immobile ma anche del suo nucleo familiare

Possibile una rivisitazione pro contribuente nell’applicazione dell’imposta sulla proprietà immobiliare. A essere messa in dubbio, difatti, è la costituzionalità dei limiti previsti dalla legge per l’applicazione dell’esenzione dall’Imu per il singolo nucleo familiare. Questa la clamorosa posizione assunta dai giudici della Corte Costituzionale, chiamati a prendere in esame la questione di legittimità sollevata dalla Commissione tributaria provinciale di Napoli. I giudici tributari partenopei hanno censurato la disciplina come applicata dalla Cassazione, secondo cui l’esenzione dall’imposta municipale unica per l’abitazione adibita a dimora principale del nucleo familiare va esclusa qualora uno dei suoi componenti abbia la residenza anagrafica in un immobile ubicato in un altro Comune. E i giudici della Consulta hanno chiarito di dubitare della legittimità costituzionale del riferimento alla residenza anagrafica e alla dimora abituale non solo del possessore dell’immobile (com’era nella versione originaria dell’Imu) ma anche del suo nucleo familiare. Quest’ultimo elemento potrebbe diventare, secondo i giudici della Consulta, un ostacolo all’esenzione per ciascun componente della famiglia che abbia residenza anagrafica ed effettiva dimora abituale in un immobile diverso. (Comunicato del 24 marzo 2022 della Corte Costituzionale)