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Scaduta l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco: ciò non legittima in automatico lo stop all’importazione

I giudici comunitari ritengono necessario un approfondimento sui rischi per la salute delle persone

Scaduta l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco: ciò non legittima in automatico lo stop all’importazione

Non basta la scadenza della cosiddetta autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco in un Paese a legittimare in automatico la successiva scadenza dell’autorizzazione all’importazione parallela dello stesso farmaco da un altro Paese. Necessario, invece, secondo i giudici, valutare i rischi connessi all’uso del farmaco, altrimenti si corre il rischio di andare oltre quanto necessario per tutelare la salute e la vita delle persone. E a questo proposito i giudici sostengono che, tenuto conto della accessibilità delle informazioni, l’onere amministrativo collegato alla ricerca e alla analisi delle informazioni sul medicinale e le conseguenti spese pubbliche non eccedono, anche quando numerosi medicinali sono oggetto di importazione parallela, i limiti di ciò che può essere ragionevolmente preteso dalle autorità nazionali responsabili della cosiddetta farmacovigilanza. A richiedere la presa di posizione dei giudici comunitari è stato il caso riguardante una casa farmaceutica che aveva ottenuto prima il via libera al commercio di un medicinale in Polonia e poi l’autorizzazione all’importazione parallela dalla Repubblica Ceca. (Sentenza del 25 novembre 2021 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)

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